Sì, possiamo dirlo con orgoglio: il nostro training group, l’allenamento, per chi non avesse dimestichezza con l’inglese, non ha eguali al mondo. Siamo gli unici sul pianeta terra a provare e riprovare con un dinamicità, forza e volontà fuori dal comune. Ci riferiamo a quella crescita interiore, quasi spirituale che permette di affrontare qualsiasi sfida fisica. Vogliamo che i nostri allievi siano sempre pronti all’evenienza, pronti e preparati a sopravvivere. La prima cosa da tenere a bada quando si praticano arti marziali, come il Krav Maga o l’MMA è riuscire a tenere a bada l’ansia, specie quando si pronuncia la parola sparring.
Il mondo dello sparring è variegato e ognuno lo pratica secondo le sue regole e le sue particolari abilità. Gli Istruttori del Krav Maga Training Center utilizzano lo sparring come chi è affetto da misofobia utilizza il sapone. Incessantemente. In ogni lezione lo sparring è d’obbligo. Sono cinque, dieci minuti in cui l’allievo mette in pratica, al massimo della sua potenza, le tecniche impartite dal Maestro Andrea Buffo. Sono momenti concitati, unici, di grande e appassionata foga agonistica in cui ognuno dei guerrieri di Kalah deve dare dimostrazione della sua volontà di ferro. Quei minuti che scorrono lenti mettono a dura prova l’allievo e lo invitano a non mollare mai perchè in ballo c’è il bene più prezioso: la vita. Ognuno di loro lo sa mettendo anima e corpo nella demolizione del proprio aggressore. Solo per darvi un’idea, ogni lezione ogni parola del Maestro e tutti i volti e le espressioni degli allievi ricordano l’atmosfera epica di Ogni maledetta domenica.
Nel film di Oliver Stone, Al Pacino, allenatore di football, parla a cuore aperto ai suoi giocatori e le sue parole sono il sunto perfetto per esprimere quello che il Kalah rappresenta per chi lo pratica: “…siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta...la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire“.