Coltello sopravvivenza Kalah. A qualcuno il termine rompighiaccio ricorderà il film Basic Instinct con Sharon Stone, anche se nell’immaginario collettivo, nella cultura pop è rimasta un’altra celebre scena: l’accavallamento di gambe senza mutande dell’attrice americana. Su quella scena si sono interrogati i sessuologi di mezzo mondo e sono stati versati fiumi d’inchiostro. Non siamo critici del cinema ma solo semplici appassionati; sappiamo riconoscere quegli stimoli visivi cinematografici che dominano il nostro subconscio. Così alla parola rompighiaccio la mente torna al film di Paul Verhoeven, in cui, appunto, la protagonista viene accusata di uccidere i suoi amanti utilizzando un comune attrezzo da cucina, ossia un rompighiaccio.
La tecnica di cui ci occuperemo è appunto la difesa da coltello a rompighiaccio. La traiettoria dei fendenti sarà discendente, dall’alto verso il basso. Tutte le discipline, tranne il Kalah, che si occupano di difesa personale raccomandano di utilizzare la tecnica del chiamiamola “colpisci e scappa“. Sbagliata. Come potete vedere nel video la tecnica in questione prevede che voi afferriate la mano dell’aggressore, quella chi impugna il coltello, e con l’altra lo colpiate al volto. Tutto qui? Purtroppo si. E’ evidente che questo è il miglior modo di finire ammazzati a meno che il regista alle vostre spalle non urli “stop“. La tecnica appena descritta va bene per il cinema, ma non nella realtà. Il primo passaggio necessario non è bloccare la mano che impugna il coltello, ma uscire dalla “line of fire“, chiudere la distanza, bloccare il braccio dell’aggressore, e avere il controllo totale del suo corpo. Solo dopo essere entrati in controllo dell’accoltellatore, potete iniziare a demolire con i consueti colpi che alleniamo in palestra.
E’ questo l’unico modo di approcciarsi con intelligenza di fronte ad un’attacco di tale violenza e forza. E’ impossibile riuscire ad agganciare una mano che colpisce con violenza e rapidità, per lo più con colpi caricati e portati seguendo la traiettoria dall’alto verso il basso. A questo proposito rinnoviamo l’invito a tutti coloro che leggeranno quest’articolo di non farsi sviare da falsi e facili Istruttori di Krav Maga. Quello che raccontiamo, studiamo e per il quale ci alleniamo, è preso dalla strada, simile a quanto potrebbe accaderci se ci trovassimo in reali situazioni di pericolo. Il Kalah e i suoi Istruttori sentono questa responsabilità e cercano di istruirvi su quali sono le tecniche migliori al fine di una reale sopravvivenza.