Venerdì 15 dicembre mi sono trovato a leggere su un prestigioso quotidiano l’ennesima notizia di una tentata rapina ai danni di una donna, titolare di una gioielleria. Il racconto è, come sempre in questi casi, di agghiacciante verità e a leggere le parole della donna aggredita viene un brivido lungo la schiena seguito da una scarica di rabbia incontrollabile. A rendere il tutto molto inquietante è l’aver appreso che quel pomeriggio di un giorno da cani, era presente anche la figlia undicenne della titolare. La piccola se ne stava rintanata in un piccolo sgabuzzino a studiare sui libri di scuole mentre la madre intratteneva e serviva i clienti.
La gioielliera ha raccontato che il rapinatore aveva l’aspetto di un comune cliente. “Gli ho aperto la porta con tranquillità, ma subito dopo ho percepito qualcosa che mi ha messo in uno stato di tensione” ha rivelato al cronista. Poi, ad un certo punto l’uomo, ha tirato fuori una pistola puntandogliela in faccia: “sono rimasta di ghiaccio – ha dichiarato – immobile“. L’uomo le ha chiesto di non urlare e di consegnargli tutto. Ma a quel punto la donna che in quell’attività aveva investito tutto e che mandava avanti da 35 anni ha deciso di reagire: “non potevo permettere – ha aggiunto – ad uno sconosciuto di arrivare e portarmi via tutto. Dentro di me è nata una determinazione straordinaria, che non pensavo di possedere“.
Ad aggravare la situazione di quegli istanti è stata la presenza improvvisa della figlia che si affacciatasi dal retro ha rischiato di venire aggredita se non peggio: “le ho urlato di correre via e nascondersi – ha riportato la donna tra le lacrime – ed agitando le mani mi sono scagliata con tutta la forza e disperazione su quell’uomo. No, non gli avrei mai consentito di derubarci”. L’uomo stupito dalla reazione della donna è indietreggiato di qualche passo, inciampando e cadendo a terra. Lei dopo averlo visto a terra è subito corsa verso la porta nel tentativo di cercare aiuto.
Quello però è riuscito ad afferrarla ad una gamba e nonostante continuasse a picchiarla, la determinazione della donna ha fatto si che di liberasse quel tanto da poter urlare attraverso lo spiraglio della porta. La sua richiesta d’aiuto e l’intervento dei passanti hanno poi messo il ladro in fuga. Questo è solo un esempio tra i tanti che ascoltiamo, leggiamo e vediamo che dovrebbe indurci senza indugi a iscriverci a corsi di difesa personale Catania.