Strada facendo, di tecnica in tecnica, eccoci arrivati alla difesa da coltello. Se a qualcuno fosse stato malauguratamente vittima di un’aggressione da coltello, sa già di cosa stiamo parlando. E’ l’arma bianca per definizione, quella più utilizzata, perché di uso comune, quotidiano, accessibile a tutti, a differenza delle armi da fuoco. Ergo, la minaccia o attacco da coltello è un’ipotesi più che reale. Sfogliando i dettagli della cronaca internazionale, grazie anche alla quantità di video disponibili su youtube, sappiamo che anche in questo caso la dinamica dell’aggressione è variabile e puntualmente casuale. Chi aggredisce armato di coltello non pensa, ma agisce istintivamente e colpisce dove può. Quindi è necessario farsi trovare pronti e vendere cara la pelle. Anche in questo contesto la difesa personale mosse di scuola Kalah, ha affrontato il problema, approntando tecniche che mirano innanzitutto a limitare i danni dai colpi inferti e, in seconda battuta, a disarmare e annientare aggressione e aggressore. Le coltellate possono essere sferrate dall’alto, dal basso, di lato, davanti o di dietro. Lo abbiamo già detto: non esiste uno schema, come invece molti vogliono farvi credere. Primo punto da focalizzare: è possibile che le prime coltellate andranno a segno. E’ un fatto, tragico, doloroso ma è così. L’esempio riportato da Idan Abolnik durante i suoi corsi e seminari, dopo aver studiato tutti i possibili scenari d’attacco, spiega alla perfezione lo sviluppo e la successione degli eventi. L’esempio è questo: vi trovate in un bar a bere il vostro cappuccino con lo sguardo fisso sul vostro smartphone. Senza che ne abbiate la benché minima coscienza o percezione, qualcuno (i pazzi sono sempre in giro), vi pianta una serie di coltellate alla schiena. Lo sappiamo, è folle, insensato, brutale, ma purtroppo reale. Qual’è la prima reazione? Ve lo diciamo noi: indietreggiare consegnando il vostro spazio vitale alla follia omicida dell’aggressore. A quel punto come dice sempre Idan :” only God can saves you“, che tradotto a questa latitudine significa: “sei nelle mani del Signore“. Cosa fare allora? Hai una sola e valida possibilità, che sta alla base di tutta la filosofia del Kalah: chiudere la distanza. E’ il primo passo verso un possibile successo. Una volta chiusa la distanza e bloccato il braccio armato dell’aggressore potrai sentirti al sicuro e iniziare a demolirlo. Ti serviranno altre due specialità della casa: velocità di pensiero e di azione, ma queste le protrai imparare solo frequentando i nostri corsi. Solo con un costante e duro allenamento potrai iniziare quel lungo percorso d’apprendimento, la cui parola chiave sarà sempre e solo una: sopravvivenza.